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L'anno nuovo si trova a fare i conti con l'influenza

  • Immagine del redattore: hodrin
    hodrin
  • 8 gen 2015
  • Tempo di lettura: 2 min

La stagione influenzale, iniziata sottotono, sembra aver preso definitivamente il via approfittando delle temperature rigide e delle occasioni sociali offerte dalle festività appena concluse. Il bollettino della rete Influnet, infatti, ha registrato nella settimana tra il 22 e il 28 dicembre scorsi 2,36 casi ogni 100mila assistiti, mentre in Europa il superamento della soglia minima del 10% di casi, certificato dal Centro europeo di controllo delle malattie, si sta verificando in questi ultimi giorni. E sale l'allerta per il calo vaccinale conseguente alla vicenda Fluad e acuito, in Italia, dal fatto che le percentuali di chi si sottopone all'antinfluenzale sono mediamente inferiori a quelle degli altri paesi. Giovanni Rezza, epidemiologo dell'Istituto superiore di sanità (Iss), ipotizza un possibile calo del 20% nel numero di vaccinati, che corrisponderebbe a due milioni di italiani in meno rispetto alle previsioni, anche se per ora le stime sono assolutamente approssimative. Comunque un problema se l'epidemia, come è lecito aspettarsi, iniziasse a crescere nelle prossime settimane ora che per vaccinarsi sembra tardi, visto che normalmente la stessa Società italiana di igiene e medicina preventiva (Siti) consiglia di non rimandare la decisione oltre il mese di dicembre. Tuttavia Carlo Signorelli, presidente della Siti, ha ricordato che è sempre possibile sottoporsi al vaccino, su base individuale o, in situazioni particolari, su consiglio del proprio curante, come per esempio la gravidanza. Suggerimento condiviso dall'esperto dell'Iss Giovanni Rezza, dato che diversamente da quanto sta accadendo negli Usa, dai noi il ceppo influenzale prevalente è l'A H1N1, precisamente quello contenuto nel vaccino che, quindi, offrirà una buona protezione immunitaria. Il vaccino quindi continua a rappresentare un'ottima opzione per limitare le infezioni e ridurre la comparsa di complicanze e soprattutto, come ha precisato Walter Ricciardi, commissario straordinario dell'Iss, per evitare almeno una parte dei circa ottomila decessi che l'influenza ha fatto registrare nelle stagioni passate nel nostro paese. I decessi riguardano spesso pazienti non vaccinati e con situazioni mediche di base già complesse, sulle quali le complicanze del virus sono più pericolose, ma anche per tutti gli altri l'influenza ha comunque un costo considerevole. Il costo economico dovuto alla perdita di giornate di lavoro e alla cura dei familiari vale per la collettività circa 1,3 miliardi di euro, secondo cifre calcolate dalla Siti, circa un decimo della spesa analoga registrata negli Usa dove però le autorità suggeriscono addirittura la vaccinazione tra i 50 e i 65 anni, per proteggere la salute e salvaguardare il lavoro. Elisabetta Lucchesini

(www.farmacista33.it)


 
 
 

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