top of page
Cerca

DIETA PIÙ EFFICACE SE PERSONALIZZATA: TRE LE CATEGORIE DI «MANGIATORI»

  • Immagine del redattore: hodrin
    hodrin
  • 23 gen 2015
  • Tempo di lettura: 3 min

Ci sono i "gaudenti", i "costantemente affamati" e i "mangiatori emotivi": testato un regime alimentare peculiare per ciascun gruppo.

curso-crudivegano_xl.jpg

Ci sono i "gaudenti", i "costantemente affamati" e i "mangiatori emotivi": testato un regime alimentare peculiare per ciascun gruppo

In questo periodo ancora post-natalizio molti sono convinti di avere esagerato con cibo e brindisi e pensano quindi che sia opportuno mettersi a dieta.

Sì, ma quale? Ne esistono centinaia, si va da quella del limone a quella del minestrone, dall’ipoproteica a quella bilanciata e via via ci si ritrova circondati senza sapere che pesci, o meglio che dieta, pigliare.

Una possibile indicazione arriva da un recente studio che pone l’accento sulle caratteristiche che generalmente portano le persone al sovrappeso e individua nella personalizzazione della dieta la chiave di volta per eliminare i chili di troppo.

Che tipo di mangiatore sei? : I ricercatori hanno sottoposto 75 persone a dieta a ripetuti esami e a un monitoraggio domestico per tre mesi.

I partecipanti sono stati divisi in tre distinte categorie:

1. i "gaudenti", coloro che una volta che iniziano a mangiare non riescono più a smettere,

2. i "costantemente affamati"

3. i "mangiatori emotivi", cioè le persone che tentano di contrastare stress e ansia con il cibo.

Mangiatori "gaudenti": il problema è legato alla lentezza con la quale si presenta il senso di sazietà.

Nelle persone che rientrano in questa categoria si hanno livelli molto bassi di quegli ormoni intestinali che vengono rilasciati nel momento in cui il cibo raggiunge l’intestino, avviando così un processo che determina il senso di sazietà.

Mangiatori"costantemente affamati: la ragione della cattiva condotta alimentare va ricercata nella genetica. Spesso sono attratti da cibi grassi o ricchi di zuccheri e la loro fame continua è causata da una cattiva conduzione degli stimoli della fame.

Mangiatori emotivi: cercano tramite l’alimentazione di compensare lo stress o l’ansia, gratificandosi con snack e bibite.

La dieta adatta per ciascun gruppo: Una volta assegnata a ognuno dei volontari la propria categoria di appartenenza, gli scienziati sono passati a mettere a punto una dieta specifica per ognuno dei tre gruppi.

Ai gaudenti è stata suggerita una dieta iperproteica e ipoglucidica a base di pesce, pollo, riso basmati, lenticchie, cereali e grano. Tutti alimenti che stimolano la produzione di ormoni intestinali e accelerano il sopraggiungere del senso di sazietà.

Per i costantemente affamati è stato scelto un regime alimentare che non imponga la dieta per sette giorni su sette. E’ infatti sufficiente che per due giorni alla settimana limitino l’apporto a 800 calorie e che si attengano a un’alimentazione normale e sana per i restanti cinque giorni. L’idea è che grazie allo shock ipocalorico dei due giorni di quasi digiuno i grassi corporei vengano bruciati più velocemente.

Infine ai mangiatori emotivi è stato suggerita, oltre a un’alimentazione corretta, la partecipazione a gruppi di supporto sia online che nella vita reale e a una terapia cognitivo-comportamentale per imparare a gestire i pensieri e i comportamenti associati all’alimentazione.

Perdita di peso: L’obiettivo dei ricercatori era che tutti i partecipanti arrivassero a perdere il 5% della propria massa corporea e i risultati registrati dopo i tre mesi di dieta sono stati addirittura superiori, attestandosi sull’8% di massa corporea smaltita, con un calo complessivo di 654 Kg. Coloro che hanno avuto maggiori difficoltà ad attenersi al regime più indicato sono stati i costantemente affamati, mentre i gaudenti sono quelli che hanno perso più chili.

Per chi fosse interessato a conoscere la propria categoria di appartenenza è disponibile su Bbc un breve e semplice questionario per scoprirla.

Il parere dell’esperto: «La dieta dovrebbe sempre essere personalizzata»

Secondo Andrea Ghiselli, ricercatore del Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura, «si tratta di uno studio interessante, ma parte da una considerazione sbagliata: la dieta è un atto medico, non un foglietto che si scarica da internet, pertanto nel concetto stesso di dieta c’è il fatto che sia personalizzata. Non esiste una dieta non personalizzata. Mi pare fin troppo ovvio che una dieta debba essere ritagliata sui gusti, sui fabbisogni e sui ritmi della persona».

Ghiselli insiste invece sul valore aggiunto dello studio che è più sul piano psicologico che fisiologico: «Lo studio in realtà non parla di ritagliare una dieta su ogni persona, ma si focalizza sull’approccio migliore per tre differenti tipi di obesi: coloro che non si saziano, coloro che hanno desiderio costante e coloro che mangiano per ansia. Ciò che è discutibile è che questi tre gruppi debbano avere un diverso cibo, mentre è auspicabile che abbiano un diverso approccio (psico)terapeutico».

Infine, è importante per qualsiasi persona attenersi scrupolosamente alle indicazioni riportate in conclusione dell’articolo:

 mangiare lentamente,

 scegliere cibi piùliquidi che aumentano il senso di sazietà(come le zuppe),

 fare sempre colazione poichésegna il ritmo sazietàdigiuno

 evitare l’eccesso di stanchezza che è cattiva consigliera e porta spesso ad aumentare il desiderio di cibi poco salutari. (Salute, Corriere)

 
 
 

Comments


Post recenti
bottom of page