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BAMBINI E RISCHIO CONGESTIONE: CHE COSA FARE E COME PREVENIRLA

  • Immagine del redattore: hodrin
    hodrin
  • 24 lug 2015
  • Tempo di lettura: 4 min

I bambini hanno lo stomaco più delicato rispetto agli adulti e possono più facilmente andare incontro al blocco digestivo.

Il freddo e gli sbalzi termici sono la prima causa della congestione che può essere causata da un bagno in mare, da un colpo d’aria, da una bibita ghiacciata in fase digestiva.

Ecco sintomi e consigli su come fare prevenzione spiegati dal dottor Alberto Villani, responsabile di Pediatria generale e malattie infettive all’ospedale Bambino Gesù di Roma

La congestione si verifica quando ci si espone a temperature troppo basse in fase digestiva. Il freddo e gli sbalzi termici sono i veri pericoli.

Il processo digestivo inizia una mezz’ora dopo il pasto e in quel momento il cuore pompa molto sangue verso l’apparato digerente, soprattutto verso lo stomaco, per agevolare la fase digestiva e chiaramente un pasto abbondante e ricco di grassi richiede una quantità di sangue maggiore rispetto a uno spuntino leggero. Se il bambino si espone al freddo (per esempio un bagno in mare se si è surriscaldati), se da un locale molto freddo passa in un altro molto più caldo (o viceversa), l’organismo va incontro a uno squilibrio nella distribuzione del sangue che, invece di concentrarsi sull’apparato digerente, si distribuisce nelle parti periferiche del corpo per riscaldarle e agli organi nobili (cuore e cervello) per evitare che vadano in tilt in un momento in cui è necessario molto ossigeno. È in questo istante che la digestione si blocca e l’organismo subisce un forte choc che, nei casi più drammatici, può portare anche alla morte.

Dolore addominale, nausea, vomito, capogiri, sudorazione fredda, brividi e svenimenti sono i sintomi più chiari di una congestione. Il bambino comincia improvvisamente a diventare pallido, trema anche se fa caldo: «Il cuore rischia di andare in collasso - spiega il dottor Alberto Villani, responsabile di Pediatria generale e malattie infettive all’ospedale Bambino Gesù di Roma - e se il bambino è in acqua va immediatamente portato fuori senza perdere tempo».

Prima di arrivare ai sintomi veri e propri di congestione è possibile capire che si sta arrivando al blocco digestivo perché il bambino ha un malessere generalizzato «e non c’è nulla che possa giustificare che ci sia qualcosa che non va, magari proprio durante un bagno in mare» spiega Villani. Il bambino smette di giocare e non parla: questi sono i primi segnali del malessere che può sfociare nel blocco digestivo.

«Quando si è al mare e si vuole fare il bagno, per scongiurare il rischio di congestione - spiega Alberto Villani - vanno evitate le bevande ghiacciate e i cibi particolarmente elaborati e grassi, che rendono la digestione difficoltosa.

Molto meglio optare per i classici spuntini da spiaggia come frutta e verdura fresca, con un panino o ancora meglio un piatto di pasta, perché i carboidrati si metabolizzano più facilmente».

Quanto tempo attendere per fare il bagno al mare o in piscina è uno degli argomenti più dibattuti tra genitori e figli. «In media prima di entrare in mare bisogna attendere dalle 2 alle 3 ore» ribadisce il dottor Villani che però ricorda come tutto dipenda anche da quanto si è mangiato e dal clima. I tempi si possono accorciare se davvero si è fatto solo uno spuntino. Inoltre i bambini, subito dopo mangiato, non dovrebbero rimanere in spiaggia per evitare le ore più calde. Meglio rinfrescarsi in pineta o fare un pisolino ristoratore.

Una raccomandazione ai genitori dei più grandicelli che possono in modo autonomo andare al bar a consumare un gelato o una bibita ghiacciata senza dirlo a mamma e papà: anche loro vanno responsabilizzati sulle conseguenze di una congestione.

«Maggiore attenzione serve quando si portano i bambini al lago o ai fiumi - avverte Alberto Villani - perché l’acqua è sempre piuttosto fredda, e lo choc termico tra dentro e fuori l’acqua è sempre notevole e d è più facile che possa verificarsi una congestione se non si sono seguire le precauzioni dette».

Inoltre si sa che quando la congestione colpisce in un lago o in un fiume anche il soccorso è in genere più complesso e il rischio annegamento più concreto, se non ci si rende subito conto del malessere del bambino.

Se nonostante le precauzioni si verifica la congestione con mal di stomaco e mancamenti «se in mare il bambino va subito portato fuori dall’acqua e accompagnato in una zona ventilata e in ombra ; va disteso e la gambe sollevate di 20-30 centimetri» spiega Alberto Villani. Se il malessere non è ancora così serio il bambino va riscaldato coprendolo con un asciugamano o si può procedere con un leggero massaggio circolare all’altezza dello stomaco per ripristinare la circolazione e favorire la digestione.

Meglio riscaldare anche mani e piedi per agevolare il compito del cuore.

Solo quando la situazione è sotto controllo si può offrire acqua a temperatura ambiente o una tisana calda per ripristinare il processo digestivo.

«Nei casi più gravi meglio non improvvisarsi soccorritori e va chiamato subito il 118 - avverte Alberto Villani perché può verificarsi un collasso cardio-circolatorio che purtroppo, nei casi più seri, può portare alla morte».

Se la situazione migliora è comunque consigliato far visitare il bambino a un pediatra, soprattutto se ha subito anche una breve perdita di coscienza.

 
 
 

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