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LO SPORT, QUANDO È AMICO E QUANDO NEMICO DEL CUORE

  • Immagine del redattore: hodrin
    hodrin
  • 21 gen 2016
  • Tempo di lettura: 3 min

Attività fisiche prolungate nel tempo: i benefici a livello cardiaco crescono fino a una determinata soglia oltre la quale si mantengono stabili o addirittura decrescono

Gli atleti professionisti non sono i soli a mettere alla prova il muscolo cardiaco con sforzi intensi e prolungati. Il moltiplicarsi di discipline ad altissima intensità fa sì che anche gli appassionati di fitness finiscano per far pompare il proprio cuore alla massima potenza, mentre fuori dalle palestre spopolano gli iscritti alle gare di maratona e triathlon.

Ma gli sport troppo intensi o prolungati nel tempo possono mettere a rischio la salute del cuore? La risposta arriva da una ricerca pubblicata sulla rivista Physiological Review, che per la prima volta ha passato in rassegna i numerosi studi scientifici effettuati negli anni, relativi al legame tra salute del cuore e sforzi fisici prolungati, mettendo in evidenza la complessità del tema e le potenziali implicazioni per chi ama spingere il fisico oltre i limiti.

Sport e salute: una relazione «non» lineare

Secondo l’autore dello studio, decine di studi clinici effettuati negli anni hanno dimostrato che l’esercizio fisico, anche se prolungato, ha degli evidenti effetti benefici sulla salute del cuore, tuttavia la relazione grafica tra la quantità di sport e di benessere cardiovascolare non appare lineare, bensì forma una curva «a campana»: significa che i benefici dell’attività fisica a livello cardiaco crescono fino a una determinata soglia oltre la quale si mantengono stabili o addirittura decrescono, a seconda delle persone. In conclusione, lo sforzo fisico molto intenso e prolungato nel tempo non è indicato per tutti ed è importante conoscere a fondo le proprie caratteristiche fisiche per non incorrere in potenziali rischi, mantenendo ben alta la soglia di attenzione su alcuni campanelli di allarme.

Quali sono i rischi per alcuni soggetti : Ma in che modo l’attività fisica intensa può costituire un rischio per il cuore? Gli autori dello studio scrivono che l’attività fisica prolungata induce «profondi cambiamenti nella struttura e nella fisiologia cardiaca». Durante uno sforzo intenso, infatti, i ventricoli cardiaci si dilatano e le cellule del cuore liberano nel sangue proteine che, in alcune circostanze, possono rappresentare un segnale di allarme di un imminente un attacco cardiaco. Sebbene queste modificazioni siano del tutto normali in chi fa molto sport, favorendo anzi il miglioramento delle performance, possono tuttavia rappresentare un serio pericolo in alcune classi di soggetti, come per chi soffre di aterosclerosi o di disturbi cardiaci congeniti.

Fare attenzione ai segnali di allarme : Nel caso dell’aterosclerosi, questa rappresenta un disturbo di natura ereditaria caratterizzato dall’accumulo di placche lipidiche all’interno delle pareti arteriose e può manifestarsi nei sedentari così come nei maratoneti. Un’attività fisica equilibrata ha un impatto benefico sulla salute dei vasi, tuttavia gli sforzi molto intensi possono favorire il distacco delle placche lipidiche e un conseguente infarto. In maniera simile, un elevato livello di attenzione deve essere mantenuto da chi soffre di disturbi cardiaci congeniti, come le cardiomiopatie o la sindrome del QT lungo, caratterizzata da un’anomalia elettrica del cuore. La difficoltà è spesso quella di sapere o meno se si è affetti da questi disturbi, per questo è importante che chi svolge attività fisica ad alto livello si sottoponga alle opportune visite di controllo, tenendo l’orecchio ben teso verso eventuali segnali di allarme come dolori al petto, fiato corto o sensazione di stanchezza eccessiva. (La Stampa)

 
 
 

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