top of page
Cerca

QUANDO IL CIBO CADE A TERRA: LA REGOLA DEI 10 SECONDI VA PRESA CON PRUDENZA

  • Immagine del redattore: hodrin
    hodrin
  • 6 apr 2016
  • Tempo di lettura: 2 min

Contrariamente a quanto si era finora pensato, mangiare del cibo caduto è sempre un rischio, a prescindere dalla superficie sulla quale è finito e del tempo che ci è rimasto

Ovvero, niente regola “dei 10 secondi” (detta anche “dei 5 secondi” o “dei 3 secondi”) tanto cara alle nostre nonne e che uno studio dello scorso anno aveva cercato di rivalutare, sostenendo che quello che faceva la differenza fra un rischio certo e uno probabile di prendersi qualche malattia fosse il tipo di superficie su cui finiva l'alimento. In realtà, questa pratica è sempre poco igienica, a prescindere dalla tipologia di terreno e dalla velocità di raccolta e chi la segue, consumando cibo non perfettamente pulito, si espone al pericolo del cosiddetto “killer silenzioso”, che può causare malattie anche potenzialmente letali come E. coli e salmonella. Con queste premesse, sarebbe logico attendersi un comportamento più responsabile da parte delle persone, a maggior ragione se ci sono bambini o anziani in casa, ma così non è. O almeno non nel Regno Unito, dove una ricerca condotta dall'azienda Karcher, specializzata in apparecchi di pulizia altamente tecnologici, ha scoperto che oltre un terzo degli intervistati consumerebbe senza problemi del cibo caduto a terra: nel 37% dei casi, se questo fosse finito sul pavimento della cucina e nel 38% su quello del salotto. La stessa indagine ha poi analizzato l'aspetto relativo alla pulizia vera e propria, rilevando che per tenere lontani i batteri dalla casa

- il 43% del campione usa esclusivamente un deodorante per ambienti (col 27% che però ammette di decidersi a intervenire solo quando comincia a sentire qualche cattivo odore),

- mentre il 49% preferisce utilizzare solo una scopa (ma col 59% che confessa di aspettare ad entrare in azione fino a quando i segni di sporco non risultano evidenti). «I peggiori batteri presenti nelle nostre case sono i cosiddetti “killer silenziosi”, ovvero quelli che non possiamo vedere o sentire, ma che possono moltiplicarsi da un singolo batterio a diversi milioni in appena sette ore». Ecco perché anziché alle classiche pulizie di primavera, dove si rivolta casa ma poi magari non si tocca straccio per intere settimane, sono preferibili le pulizie regolari e costanti, meglio ancora se fatte a vapore, «perché le alte temperature eliminano più facilmente i batteri», conclude la Ackerley, che mette anche in guardia i padroni dei cani dal permettere agli adorati pet di salire sul letto (un comportamento comune al 40% dei partecipanti alla ricerca, con appena il 10% che rivela di pulire il cane dopo ogni passeggiata) per evitare che micro-organismi patogeni, come appunto E. coli, campylobacter e salmonella, vengano portati dall'esterno all'interno della casa (e, nel caso specifico, nel letto del proprietario). Concludendo, «che sia il tappeto del salotto, il pavimento della cucina o la strada, cambia poco: se un cibo cade per terra, è sempre preferibile prenderlo e gettarlo nella spazzatura, piuttosto che metterlo in bocca». Ma qui, più che la regola “dei 10 secondi”, vale quella del buonsenso. (Salute, Corriere)

 
 
 

Comments


Post recenti
bottom of page