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DAL GONFIORE ALLA NAUSEA: 7 segnali di una possibile intolleranza al lattosio (e 4 consigli per conv

  • Immagine del redattore: hodrin
    hodrin
  • 6 mag 2016
  • Tempo di lettura: 3 min

Se un occasionale mal di pancia dopo aver bevuto un bicchiere di latte non deve allarmare, stare male ogni volta che si mangiano dei latticini può essere la spia di un disturbo assai più diffuso di quanto si pensi ma che, come spiega il nutrizionista Andrea Ghiselli, può essere tenuto sotto controllo seguendo pochi accorgimenti.

Soffrire regolarmente di dolore addominale

Uno dei primi sintomi di una difficoltà di digestione di latte e latticini in genere è quella di sentirsi gonfi come palloncini. «Ciò succede a causa della mancanza della lattasi, che ha il compito di scindere la molecola del lattosio, così che possa essere facilmente assorbita a livello intestinale:

senza tale enzima, il lattosio transita nell'intestino e scatena un processo di fermentazione dei batteri, che provoca il rilascio di aria all'interno dell'addome».

La pancia fa male e produce «strani suoni»

Quando l'organismo privo dell'enzima della lattasi tenta di scindere il lattosio da solo, nell'intestino si forma dell'acqua che, unita al gas, provoca una spiacevole combinazione di diarrea, crampi addominali e gorgoglii (noti anche come borborigmi). «In realtà, crampi e diarrea non sono sempre presenti — sottolinea Andrea Ghiselli, ricercatore nutrizionista del Centro di ricerca per gli alimenti e la nutrizione di Roma — e spesso si tratta solo di borborigmi e meteorismo».

Viene la nausea dopo aver mangiato dei latticini

I sintomi di un'intolleranza al lattosio non sono uguali per tutti. «Nei casi più gravi, sebbene non molto frequenti, alcuni soggetti possono avvertire l'impellente necessità di vomitare subito dopo aver consumato degli alimenti a base di latte a causa del gas che si forma nell'intestino come conseguenza della mancanza della lattasi».

Si appartiene a un gruppo etnico con un'alta intolleranza al lattosio

I neonati hanno bisogno della lattasi per digerire il latte materno, ma ciò non significa che una volta diventati adulti siano geneticamente in grado di continuare a consumare lattosio senza soffrire di effetti collaterali. «Questo perché alcune popolazioni, soprattutto quelle dell'Asia sudorientale e di alcune zone dell'Africa, sono colpite più di altre dalla mancanza della lattasi e così in questi casi l'intolleranza al lattosio ha un'incidenza maggiore».

Non si sta male con altri alimenti: Sebbene i sintomi dell'intolleranza al lattosio siano molto simili a quelli di altre patologie (come il morbo di Crohn e la sindrome da intestino irritabile), la caratteristica che li distingue è il fatto che si manifestino solo dopo aver consumato alimenti a base di latte. In altre parole, se si prova a stare senza latticini per un po' di tempo, ma gonfiore e dolori addominali non spariscono, allora significa che il problema digestivo va ricercato altrove.

Non si è più bambini

Anche se in alcuni casi la carenza di lattasi può essere presente fin dalla nascita, in realtà è estremamente raro che una persona nasca senza lattasi. Come spiega il National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases, in genere, la forma più comune d'intolleranza al lattosio si sviluppa poco dopo i 2 anni d'età.

Si è positivi al BREATH-TEST

Quando si sospetta un'intolleranza al lattosio, il breath-test toglierà ogni ragionevole dubbio: se infatti un soggetto è privo dell'enzima della lattasi, i batteri all'interno del suo organismo rilasceranno idrogeno e la sua presenza nel sangue verrà quindi evidenziata nell'esame diagnostico. In caso di positività accertata, non resta perciò che trovare delle alternative per fare il pieno di vitamina D e calcio che, ovviamente, non si possono assumere tramite i latticini. Ma in realtà non è necessario rinunciare a questi alimenti perché, come spiegato da Ghiselli nei quattro consigli successivi, convivere con questa patologia è realmente possibile.

Consiglio 1: lattosio a dosaggi minori e frazionati Secondo un recente documento dell'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, ognuno ha una sensibilità individuale al lattosio, ma la maggior parte di coloro che sono intolleranti è in grado di sopportare senza sintomi 12 grammi di lattosio (pari a una tazzina da 250 ml) se somministrato in più riprese. «È vero che esistono persone che hanno sintomatologia a dosaggio minimo — spiega infatti Ghiselli —, ma chi non sopporta 250 ml di latte, può semplicemente prenderne minori quantità frazionate nella giornata, anziché rinunciarvi del tutto».

Consiglio 2: il lattosio a piccole quantità stimola la capacità digestiva «La lattasi è un enzima che si “abitua” — sottolinea ancora Ghiselli — e, di conseguenza, piccole quantità giornaliere di lattosio, sufficientemente basse da essere sopportate ma al tempo stesso non troppo alte da provocare una sintomatologia, sono in grado di produrre un aumento della capacità digestiva». Consiglio 3: preferire yogurt e formaggi freschi «Lo yogurt e i formaggi freschi hanno minori quantità di lattosio e un po' di lattasi contenuta nei fermenti lattici, che possono facilitare la digestione», consiglia l'esperto del CREA.

Consiglio 4: scegliere latte a ridotto contenuto di lattosio «Chi non vuole assumere lattosio può ricorrere ai latti speciali, oggi diffusissimi ovunque, dove questo zucchero del latte è stato rimosso dal trattamento ed è quindi presente in quantità veramente basse, tali da non causare problemi digestivi», conclude Ghiselli. (Salute, Corriere)

 
 
 

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