top of page
Cerca

CANCRO AL POLMONE, SE NON SI FUMASSE SAREBBE SOLO UNA «MALATTIA RARA»

  • Immagine del redattore: hodrin
    hodrin
  • 23 mag 2016
  • Tempo di lettura: 2 min

L’80-85 % delle persone colpite da questa patologia è (o è stato) un fumatore. È un tumore ancora big killer: 40mila nuovi casi all’anno in Italia e oltre 30mila morti

Se non si fumasse più, il cancro al polmone diventerebbe una malattia rara. Invece il carcinoma polmonare rappresenta, ancora oggi, la prima causa di morte tumorale: è responsabile ogni anno di un milione e 300mila decessi a livello mondiale, ovvero più di quanto causato da neoplasia del colon, mammella e prostata messi insieme. In Italia ogni anno si registrano oltre 40mila nuovi casi di carcinoma polmonare e il fumo di sigaretta è il principale fattore di rischio: ben l’80-85 % della popolazione colpita da questa patologia è (o è stato) un fumatore.

100 nuove diagnosi al giorno

«L’oncologia sta attraversando una fase cruciale di innovazione diagnostica e terapeutica - dice Giorgio Scagliotti direttore del Dip. di Oncologia, all’Azienda Ospedaliero -universitaria San Luigi Gonzaga di Orbassano (Torino) -. Con una malattia che in Italia nel 2013 ha registrato più di 100 nuove diagnosi al giorno, aumentano i dati di sopravvivenza grazie all’anticipo della diagnosi e all’efficacia delle nuove cure. La sopravvivenza, per maschi e femmine, del tumore polmonare a cinque anni dalla diagnosi arriva in media al 17 %». Se un miglioramento c’è stato, questa percentuale è ben lontana da quelle (di gran lunga migliori) di altri tipi di cancro molto diffusi, come quelli di seno e prostata. E quello al polmone resta un “big killer”, responsabile in Italia di 8.320 decessi fra le donne e 22.830 fra gli uomini.

Progressi nelle terapie

«Un progresso nel trattamento delle neoplasie è stato determinato dall’immunoterapia, che ha permesso la realizzazione di terapie personalizzate. Queste, nel futuro, potrebbero consentire di cronicizzare diverse malattie neoplastiche anche molto aggressive e in fase avanzata. Ma di fronte alla prognosi, ancora oggi severa nella maggior parte dei casi, è fondamentale migliorare la comunicazione con pazienti e familiari, spiegare loro fin dall’inizio la gravità della patologia. Pur senza essere duri, procedendo gradualmente, è giusto che il malato capisca la sua situazione e possa scegliere consapevolmente se e come procedere con le terapie, con quali (possibili e attesi) effetti collaterali e quale qualità e quantità di vita».

Indispensabile la prevenzione: «In Italia il 64 % dei fumatori ha un’età compresa tra i 18 e i 34 anni . Più del 70 % dei tabagisti accende la prima sigaretta tra i 15 e i 20 anni, ben il 13% inizia a fumare prima dei 15 anni e il 46 comincia prima dei 17. E sono particolarmente preoccupanti i numeri riguardanti le donne di ogni età. Dobbiamo essere più efficaci verso i giovanissimi e tra gli adolescenti, parlare loro fin da bambini con un linguaggio e modi adeguati per convincerli a non fumare. Eliminando il tabacco, il cancro al polmone potrebbe davvero diventare una malattia rara. Senza considerare che l’elenco dei tipi di tumore collegati al fumo (in aggiunta a bronchi e polmone), è lunghissimo e va dall’area testa e collo (nasofaringe, cavità nasali, orofaringe, cavo orale, ipofaringe, laringe) all’apparato digerente (esofago, stomaco, fegato, colon-retto e pancreas), fino a quello urogenitale (rene, uretere, vescica, ovaio, cervice uterina)».

(Salute, Corriere)

 
 
 

Comments


Post recenti
bottom of page