RAGAZZI E ALCOL: DIECI CONSIGLI AI GENITORI
- hodrin
- 25 ott 2016
- Tempo di lettura: 3 min
Come parlarne, come tenere gli occhi aperti, senza allarmismi e senza sottovalutare il rischio

Come parlarne, come tenere gli occhi aperti, senza allarmismi e senza sottovalutare il rischio Ci sono ragazzi che bevono anche 5 o 6 cocktail consecutivi, ben oltre il proprio limite di tolleranza, allo scopo deliberato di ubriacarsi. Non sono pochi e lo fanno anche più volte a settimana: stando agli ultimi dati, raccolti da un’indagine Doxa,
sono il 20% dei maschi con più di 13 anni
l’8,6% delle femmine
(nel 2005 erano rispettivamente il 14,6% e il 6,1%).
TROPPO GIOVANI - L’Istituto Superiore di Sanità, ha diffuso dei dati preoccupanti sui giovanissimi, specie sulle ragazzine, che aumentano il consumo fuori pasto di superalcolici. Si diffondono pratiche assurde, a volte basate su colossali bufale, come l’EYEBALLING: si crede che l’alcol si assimili più rapidamente se versato negli occhi, e il risultato non è lo sballo sperato, ma la cornea rovinata. In generale, in Italia i ragazzi bevono il loro primo bicchiere di alcolici presto, prima che in altri Paesi europei, a 12 anni. A quell’età, l’apparato digerente è ancora immaturo e il danno è maggiore.
FACILI BERSAGLI - Sempre di più giovani e giovanissimi si configurano come tipologie di consumatori molto particolari e ben definiti, oltre che un bacino di utenza appetitoso per produttori e distributori. Accade con l’alcol come con il tabacco. I ragazzi oggi più di prima dispongono di denaro e di autonomia per consumare alcolici. Le strategie comunicative dei produttori diventano più aggressive, delineano modelli di successo e socializzazione legati a doppio filo con il bicchiere sempre pieno: l’alcol rende più simpatici, scioglie la lingua, allontana le insicurezze. Apparentemente. E gli adolescenti abboccano.
COSA FARE - Come difendersi e come difenderli? Ecco 10 consigli ai genitori e ai familiari, 10 spunti di riflessione proposti dall’Osservatorio su fumo, alcol e droga dell’Istituto Superiore di Sanità.
Provocateli: smontate con loro gli spot televisivi, analizzate i comportamenti socialmente accettati e diffusi, stimolati a distinguersi dal branco e a essere informati.
Date un buon esempio: se consumate alcolici in casa, fate in modo che siano una componente ordinaria ma moderata dei pasti, senza eccessi. Dimostrate che ci si diverte anche senza alcol.
Informateli: parlate loro dell’alcol e dei possibili danni ad esso associati sin da bambini, non aspettate l’adolescenza, periodo di ribellione e sfida verso il “buon senso” degli adulti.
Distinguete: ci sono persone a cui l’alcol fa più male che ad altri. Sono i ragazzi con meno di 15 anni, ancora particolarmente vulnerabili, le femmine, che riescono a eliminare la metà della quantità di alcol che smaltisce un organismo maschile.
Allertate le ragazze: oltre al fatto, già citato, che le donne soffrono gli effetti negativi dell’alcol più dei maschi, vanno tenuti presenti i pericoli legati al genere femminile, come il rischio di gravidanze indesiderate o infezioni sessualmente trasmesse, oltre ai danni per il feto in una futura maternità.
Educateli alla differenza fra uso e abuso, assicurandovi che abbiano presenti i rischi legati alla perdita di controllo e all’alterazione delle proprie capacità, alla guida.
Insegnate loro a leggere le etichette: sappiano cos’è la gradazione alcolica e consumatori consapevoli
Fate loro sapere che l’alcol dà dipendenza.
Offrite loro la possibilità di divertirsi con gli amici, a casa e fuori, esiste una convivialità analcolica.
Vigilate su di loro. Non potrete proteggerli 24 ore su 24, ma tenete gli occhi e i canali di comunicazione sempre aperti.
(Fondazione Veronesi)
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