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Giornata mondiale contro l’Hiv/Aids: “Ancora molta strada davanti a noi”

  • Immagine del redattore: hodrin
    hodrin
  • 1 dic 2016
  • Tempo di lettura: 3 min

Il report di Amref Health Africa: "Il numero delle persone che contraggono il virus diminuisce di anno in anno. Ma nel continente africano dove si registrano quattro mila nuovi casi al giorno, la battaglia continua a colpi di educazione sessuale e prevenzione. Il lavoro di Medici con l’Africa Cuamm in Tanzania e Mozambico

Sono passati più di trent’anni da quando l’Aids ha scosso il mondo rivelando all’opinione pubblica la strage silenziosa compiuta dal virus. Da allora gli sforzi si sono concentrati nello scovare cure adeguate e sensibilizzare la popolazione su prevenzione e sessualità protetta. Sebbene negli ultimi quindici anni il numero di nuove infezioni registrate sia diminuito di circa un terzo, ancora nel mondo più di 36 milioni di persone sono affette dall’Hiv e si è ancora molto distanti dall’obiettivo di ridurre i nuovi casi a 500 mila l’anno entro il 2020.

“Generalmente - spiega la dottoressa Shiphrah Kuria, referente di Amref Health Africa in materia di HIV/TB e Malaria - un uso costante e corretto del preservativo è scarso nelle aree in cui operiamo [...] I continui casi di nuove infezioni sono un segnale che l’utilizzo di questi metodi di prevenzione è ancora troppo basso”. La prevenzione è fondamentale per combattere il dilagare della malattia, per questo diverse organizzazioni non governative da anni si battono per educare anche i più giovani al sesso sicuro e a comportamenti igienico sanitari che possono fare la differenza. Se in Europa e in Nord America l’ultimo rapporto delle Nazioni Unite ha stimato la presenza di 2,4 milioni di sieropositivi, i numeri crescono vertiginosamente nel continente africano. A sud del Sahara infatti circa 25 milioni e mezzo di persone hanno contratto il virus dell’Hiv: circa il 70% del totale a livello globale. Dei 4000 contagi che in media si registrano ogni giorno, circa il 56% riguarda le donne, più esposte e vulnerabili. Oltre alla mancanza di struttre igienico sanitarie e di una vera e propria formazione sulle norme igieniche da seguire, a mietere vittime sono anche i rapporti sessuali a rischio soprattutto dove il preservativo viene visto come qualcosa di sconveniente e contrario alla moralità condivisa. Sebbene i numeri siano di gran lunga inferiori, anche in Italia l’Hiv continua a mietere vittime. L’Istituto superiore della sanità ha stimato che nel 2015 si sono registrati più di 3.400 nuovi casi e di questi circa la metà è stata rilevata solo in uno stadio avanzato della malattia. Un segnale che evidenzia la necessità di educare e far conoscere anche ai più giovani come prevenire il contagio. “Molte persone – conclude la dottoressa - soprattutto nell'Africa Sub-Sahariana, continuano a subire le drammatiche conseguenze dell' Hiv / Aids e molte altre sono a rischio di contrarre questa malattia. Il mondo non può permettersi di rilassarsi, proprio ora che tanti progressi sono stati fatti. Sono grata per i passi avanti compiuti, ma davanti a noi abbiamo ancora molto lavoro da fare”. I Medici con l’Africa Cuamm - la prima organizzazione italiana per la promozione e la tutela della salute delle popolazioni africane, con una storia cominciata nel 1950, con oltre 1.600 persone inviate in 41 paesi, soprattutto in Africa, e oltre 15 mila persone trattate in un anno - oggi, 1° dicembre ha organizzato una giornata di mobilitazione in tutto il continente, dove l’Aids è più che mai attuale. A Beira, in Mozambico, avrà luogo una marcia che porterà in strada migliaia di persone, con tutti gli operatori del Cuamm e i gruppi supportati; ma anche nelle diverse sedi di progetto sparse per il continente, dalle città ai piccoli centri di salute come quello di Bugisi, in Tanzania, sono previsti momenti di festa, incontro e sensibilizzazione. Perché per combattere l’Aids in Africa resta molto da fare e c’è bisogno dell’impegno di tutti. Nel corso del 2015, infatti, sono oltre 15.700 le persone messe in trattamento antiretrovirale da Medici con l’Africa Cuamm, che da sempre si impegna nella lotta contro l’Hiv/Aids. Era il 1985 quando, nel corso della conferenza dei medici tanzani a Tosamaganga, un team di medici italiani e tanzani del Cuamm, per la prima volta, parlava di Aids in Africa, portando all’attenzione della comunità scientifica casi osservati nell’ospedale di Bukoba, sempre in Tanzania. A distanza di oltre trent’anni, molte persone in tutto il continente ancora non sono consapevoli dei rischi che corrono o di quello che possono fare per evitare il contagio. Troppo spesso i pazienti abbandonano le cure perché scoraggiati, emarginati o privi di mezzi.

(Repubblica)

 
 
 

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