MENINGITE, ECCO PERCHÉ È INUTILE LA CORSA ALLA VACCINAZIONE
- hodrin
- 10 gen 2017
- Tempo di lettura: 3 min
Il contagio mette paura ma dobbiamo evitare di intasare gli ospedali per un po’ di febbre. Per capire se i sintomi sono quelli della meningite chiamare medico o 118

L’epidemia di meningite?
NON C’È. L’EMERGENZA? NON ESISTE? E allora perché nei centri vaccinali c’è coda, le farmacie sono «prese d’assalto» e i Pronto Soccorso sono intasati da persone che chiedono di essere vaccinate (o curate) per la temibile infezione? Perché la meningite fa, giustamente, paura. I casi di cronaca degli ultimi mesi hanno messo sotto gli occhi di tutti la gravità della malattia e l’importanza di difendersi, visto che oggi è possibile farlo. Il problema è che la situazione è, per così dire, «degenerata», perché i dati dicono chiaramente che non c’è un aumento dei casi rispetto agli ultimi due anni e quindi, come sottolinea Ranieri Guerra, dir. generale della Prevenzione al Ministero della Salute: «Non c’è nessun motivo che giustifichi un’improvvisa vaccinazione di massa in base alla casistica attuale della malattia».
CHIAMARE IL MEDICO o il 118 PRIMA di ANDARE al PRONTO SOCCORSO
Oggi c’è chi va di corsa in ospedale, magari perché ha soltanto un po’ di febbre, temendo di avere contratto una forma letale di meningite. Se i sintomi sono quelli della meningite è sacrosanto farlo (una telefonata al medico o al 118 potrà chiarirlo), in caso contrario però sarebbe meglio non appesantire il lavoro dei dipartimenti di emergenza che, fra l’altro, in questo periodo hanno il loro bel daffare con un’altra infezione, cioè l’influenza, e le polmoniti che la possono complicare. Ma non si rischia così di scoraggiare la vaccinazione? Dopo tutto quello che è stato detto e scritto sull’importanza dei vaccini e sui danni procurati dalle campagne anti-vacciniste? «Nient’affatto» chiarisce Guerra: «Chi è bene che si vaccini lo deve fare, seguendo i normali calendari vaccinali e consultando il proprio medico in merito all’opportunità e ai tempi».
Per chi è indicata la VACCINAZIONE
Giusto per ricordarlo, le categorie più a rischio (per le quali quindi la vaccinazione è più utile) sono i BAMBINI PICCOLI e gli ADOLESCENTI. Alcuni vaccini sono raccomandati e offerti gratuitamente. Oggi è prevista la vaccinazione anti meningococco C nei bambini che abbiano compiuto un anno di età, mentre è consigliato un richiamo con vaccino tetravalente per gli adolescenti. Il vaccino tetravalente coniugato anti-meningococco A, C, Y, W è suggerito anche per gli adolescenti che non sono stati vaccinati, e per chi si reca in Paesi dove sono presenti i sierogruppi contenuti nel vaccino. Inoltre il vaccino è fortemente raccomandato in chi è affetto da alcune patologie (talassemia, diabete, malattie epatiche croniche gravi, immunodeficienze congenite o acquisite) o in presenza di particolari condizioni (lattanti che frequentano gli asili nido, ragazzi che vivono in collegi, frequentano discoteche o dormono in dormitori, reclute militari, e per chiunque debba recarsi in regioni del mondo dove la malattia meningococcica è comune). Il vaccino contro il meningococco B, attualmente offerto in alcune regioni nel primo anno di età, sarà probabilmente presto raccomandato per i bambini più piccoli a livello nazionale.
I quesiti sull’approvvigionamento
Tornando alle code. Il ministero della Salute ha assicurato che non ci sono problemi di approvvigionamento, ma allora perché in qualche città ci sono stati più disagi che in altre? Ovvio che in alcuni centri urbani ad alta densità gli «assalti» ai punti vaccinali possono essere stati maggiori per ragioni demografiche, ma, in ogni caso, il problema va comunque letto in chiave locale, perché sono le singole Regioni a dover verificare la disponibilità di vaccini in relazione al potenziale consumo. «L’unico, parziale, problema di approvvigionamento c’è in questo momento in Sicilia, dove è stata aumentata molto l’offerta del vaccino tetravalente, ma la Regione riesce comunque a garantire la vaccinazione per il meningococco C» puntualizza ancora Guerra. (Salute, Corriere)
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