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LE QUATTRO REGOLE DEL BUON SONNO

  • Immagine del redattore: hodrin
    hodrin
  • 2 feb 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

Gli indicatori dello studio Usa: addormentarsi entro 30 minuti e un solo risveglio notturno. Se non va così, ci si alza stanchi.

DORMIRE L’85% DEL TEMPO DI PERMANENZA A LETTO

Il segnale inequivocabile è al risveglio la mattina. Se le gambe faticano ad attivarsi, se il torpore non si dissolve e permane come una nebbiolina, se l'aspetto anche dopo una bella doccia resta quello di un pugile un po' suonato, significa che la notte appena trascorsa è stata un disastro. E che l'insonnia ancora una volta ha regnato sovrana. «Il senso di ristoro dovrebbe essere immediato. Il problema è che la gente non ha imparato a correggere gli errori». «Ben vengano le raccomandazioni della National Sleep Foundation, la prestigiosa organizzazione statunitense impegnata nel campo dell'educazione sociale». Ora, in un nuovo documento divulgativo, la Fondazione Usa conferma l'efficacia di quattro mosse per auto-diagnosticare una sindrome che è condivisa da circa 9 milioni di italiani.

  1. La prima delle quattro regole del buon sonno è DORMIRE ALMENO L’85% DEL TEMPO DI PERMANENZA A LETTO

  2. ADDORMENTARSI ENTRO 30 MINUTI Importante è anche il tempo che si impiega per addormentarsi. Secondo la fondazione americana non devono passare più di 30 minuti da quando ci si è messi a letto.

  3. RISVEGLI? MASSIMO UNO A NOTTE, un sonno caratterizzato da risvegli frequenti non è un buon sonno: se ci si risveglia più di una volta per notte è il segnale che qualcosa non va come dovrebbe.

  4. MEGLIO ALZARSI (PER STANCARSI): i risvegli non devono superare i 20 minuti. Se si soffre d’insonnia, meglio alzarsi per favorire l’arrivo della stanchezza piuttosto che restare stesi.

Le semplici indicazioni degli americani hanno l'approvazione di importanti società scientifiche. Secondo la Fondazione, il 27% della popolazione impiega almeno mezz'ora ad addormentarsi. Le ricerche - dovrebbero essere indirizzate verso l'approfondimento dei fattori che inibiscono o favoriscono l'insonnia avvalendosi anche di dispositivi tecnologici che servono a monitorare cosa succede nelle ore del desiderato ronfare.

QUALCHE CONSIGLIO PRATICO

Assirem, associazione per l'educazione e la ricerca nella medicina del sonno, ha riassunto alcune regolette in una guida. I sonnellini diurni, tanto per cominciare, sono controproducenti in quanto riducono la necessità di sonno la sera. È concessa solo una breve siesta dopo pranzo, mai nel tardo pomeriggio. Non guardare l'orologio durante la notte, meglio nasconderlo. Non è solo questione di ore: «In media il fabbisogno è di 7-8 ore, ma la differenza la fa la qualità e non la durata. Se la prima manca, uno scarso rendimento durante il giorno è da mettere in conto». Alimentazione corretta e stili di vita, per es. meglio non fare sport la sera, sono fondamentali. E i farmaci? Non vanno demonizzati, servono a facilitare il recupero dei bioritmi normali.(Corriere)

 
 
 

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