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IL PEPERONCINO ALLUNGA LA VITA E FA ANCHE DIMAGRIRE

  • Immagine del redattore: hodrin
    hodrin
  • 20 feb 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

Studio Usa conferma le qualità benefiche di questa spezia. Utile anche contro diabete, colesterolo alto, ipertensione. Secondo le ricerche cinesi preverrebbe perfino il cancro

Ecco una buona notizia per chi ama il piccante: chi mangia peperoncino vive più a lungo. A confermarne le proprietà benefiche è uno studio che associa il consumo di peperoncino ad una riduzione della mortalità del 13%, soprattutto sul fronte cardiovascolare, come ictus e infarti. Il merito è della capsaicina che, oltre a essere responsabile del grado di piccantezza, sembra prevenire anche obesità, ipercolesterolemia, diabete di tipo 2 e ipertensione. Saranno ora necessari ulteriori studi clinici per chiarire i meccanismi alla base degli effetti salutari del peperoncino, a partire dalle dosi «raccomandate». Che sia Jalapeno, Habanero o Aji Amarillo, non è certo una novità che il peperoncino abbia qualità benefiche. Basandosi sulle teorie di Ippocrate e Galeno, già in epoca medievale si riteneva che le spezie potessero aiutare a ripristinare gli squilibri umorali. Del 2015 è uno studio cinese che ha confermato l’effetto salutare del peperoncino piccante nei confronti di una serie di malattie, persino contro il cancro. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Plos One e si è basata sui questionari dall’enorme banca dati del National Health and Nutritional Examination Survey che ha seguito le abitudini alimentari e lo stato di salute di oltre 16 mila americani per un periodo di 23 anni. «I risultati dello studio – confermano quanto già evidenziato da studi precedenti, ovvero gli effetti favorevoli per la salute del peperoncino e del cibo piccante. Il consumo di questi cibi potrebbe dunque entrare nelle raccomandazioni dietetiche, mentre queste osservazioni dovrebbero portare ad organizzare ulteriori ricerche, anche sotto forma di trial clinici, per chiarire i meccanismi alla base di questi effetti». (Salute, La Stampa)

 
 
 

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