EPATITE C, I FARMACI GENERICI ADESSO SI POTRANNO IMPORTARE DALL’ESTERO
- hodrin
- 5 apr 2017
- Tempo di lettura: 3 min
Il ministero della Salute dà il via libera all’import di farmaci innovativi destinati all’ uso personale. Occorre però sempre la prescrizione del medico curante

L’import “fai da te” di farmaci innovativi (e spesso costosi) per uso personale è appena stata approvata dal Ministero della Salute che, in una circolare, ne definisce le regole. Fatto salvo il fatto che, in ogni caso, ci vuole la prescrizione del medico. È una circolare in deroga alle disposizioni esistenti per cui, se un medicinale è registrato in Italia, non può essere importato dall’estero se non per uso personale e per un periodo di terapia non superiore ai trenta giorni. TUTTO IL RESTO È ILLEGALE, COMPRESO L’ACQUISTO IN INTERNET.
LE REGOLE CAMBIANO
Adesso, invece, le regole cambiano:
un paziente può procurarsi all’estero farmaci che non sono registrati in Italia,
farmaci che fuori dai confini nazionali sono commercializzati in dosaggi diversi rispetto a quelli disponibili nel nostro Paese
farmaci che, pur essendo registrati in Italia, non sono accessibili a certe categorie di pazienti. Ed è quest’ultimo punto quello più interessante.
Il problema dell’acquisto di farmaci all’estero è giunto alla ribalta con il caso dell’epatite C. Negli ultimi anni, infatti, si sono resi disponibili farmaci per la cura di questa infezione cronica (e capaci di guarirla definitivamente in una grandissima percentuale di casi), ma con un costo elevato: così in Italia si è scelto di trattare in prima istanza i malati più gravi. E questo è avvenuto. Pochi giorni fa l’Aifa, ha annunciato che da qui in avanti tutti i pazienti con epatite cronica C potranno accedere al trattamento. Ma è una questione di tempi e di numeri: non tutti potranno avere accesso subito al trattamento.
FARMACI RAZIONATI
In pratica, in Italia, i farmaci anti epatite C sono razionati. «Secondo le vecchie regole era illegale importare farmaci già registrati in Italia. Ma, secondo quelle stesse regole, i malati, senza una valida alternativa terapeutica, potevano procurarsi il farmaco all’estero, sempre con ricetta medica. Ecco allora la nuova situazione: per i malati di epatite C ci sono farmaci registrati in Italia, ma l’accesso alla terapia, nonostante l’apertura dell’Aifa che ha promesso di trattare tutti, può non essere immediato». Da qui l’autorizzazione per l’import. A questo punto una domanda: “Perché adesso la decisione del Ministero”? E due considerazioni. La prima riguarda l’epatite C. La seconda pone un problema su altri farmaci innovativi, compresi soprattutto quelli anti-cancro.
LE PRECISAZIONI DEL MINISTRO LORENZIN
«Nelle ultime settimane abbiamo avuto molte segnalazioni su farmaci che regolarmente importati da pazienti italiani per esigenze personali di cura venivano bloccati in Dogana, anche se si trattava di farmaci legalmente autorizzati in un Paese estero, sebbene non autorizzati in Italia. La Dogana bloccava questi farmaci sulla base di una interpretazione restrittiva della normativa vigente, ritenendo, contro l’evidenza scientifica, che fossero identici due farmaci anche se vi fosse diversità di dosaggio, eccipienti, modalità di somministrazione. Con la mia circolare si è chiarito che non può sussistere una valida alternativa terapeutica per il paziente italiano quando il farmaco autorizzato in Italia non è effettivamente accessibile a tutti, in quanto troppo costoso, come avviene con i farmaci contro l’epatite C e gli altri farmaci innovativi».
BIG PHARMA TRATTA CON AIFA
A proposito di epatite C: le aziende produttrici di farmaci stanno trattando con l’Aifa il prezzo dei loro medicinali. Dall’esito delle trattative può dipendere l’accesso a medicinali capaci di tenere sotto controllo certi virus C. E se non saranno subito disponibili certe molecole, i pazienti avranno le loro ragioni per cercare la famosa “alternativa terapeutica” all’estero. Questa circolare apre un mondo: ALLORA CHE COSA FARE QUANDO UN PAZIENTE NON TROVA ACCESSO A TERAPIE INNOVATIVE PER es. CONTRO IL CANCRO? VA ALL’ESTERO A COMPERARLE? MA POI CHI LE PAGA? Perché ci sono precedenti e una domanda: se il SSN non mi offre una terapia e io la trovo altrove, posso poi rivalermi e chiedere un rimborso? Questa circolare farà discutere. E la materia arriverà presto negli studi legali o sul tavolo dei magistrati. (Salute, Corriere)
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