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SAPETE RICONOSCERE I PIATTI POCO CALORICI? ATTENTI AGLI EQUIVOCI

  • Immagine del redattore: hodrin
    hodrin
  • 13 apr 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

Spesso sostituire un ingrediente con un altro non basta: conta il valore energetico complessivo

La caprese piace alle donne, un bell’hamburger agli uomini. Le porzioni piccole e ben presentate sono “femminili”, quelle grandi “maschili”. Anche i cibi, insomma, sono ancorati a stereotipi di genere che influenzano le nostre scelte. Questa “fotografia” dei nostri gusti emerge da una recente ricerca condotta dalle università di Modena-Reggio Emilia e di Losanna, pubblicata su Appetite . Dallo studio è anche emerso che di fronte a due piatti diversi per tipologia, ma con pari apporto calorico, quello considerato più “femminile” viene ritenuto tanto da donne quanto da uomini più leggero. E tra i piatti da “signore” ci sono verdura, formaggi freschi, pesce, frutta, dolci. La carne rossa invece viene ritenuta “virile” probabilmente perché riporta alla mente la figura del “maschio cacciatore”.

CIBI LEGGERI (ma non sempre) Spiega Nicoletta Cavazza, docente di Psicologia sociale e primo autore dello studio: «Le donne di solito preferiscono mangiare cibi che ritengono leggeri anche per esprimere la propria femminilità e dare una buona immagine di sé, ma la percezione di leggerezza non sempre rispecchia le caratteristiche nutrizionali oggettive del piatto». Insomma, non sempre ciò che appare leggero lo è davvero. E quindi, se siamo alla ricerca di piatti moderati sotto il profilo calorico, è bene fare attenzione anche quando ci si ispira alle sempre più numerose ricette “light” in rete. Può capitare, infatti, di trovare proposte presentate come leggere perché il burro è stato sostituito con l’olio (da preferire per la sua composizione ma, a parità di peso, più calorico del burro) e lo zucchero bianco è stato sostituito con quello grezzo (simile apporto calorico), oppure semplicemente perché si è fatto qualche errore nel calcolo delle calorie. Come nel caso di una ricetta che prevede, fra i vari ingredienti, per 4 persone un etto d’olio - pari a 900 kcal - e poi indica meno di 200 chilocalorie per porzione.

CHE FARE, DUNQUE? Cercare di conoscere meglio gli alimenti e non solo sotto il profilo calorico, ma anche per le caratteristiche nutrizionali. A questo scopo si può utilizzare il sito del Centro di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione CRA-NUT . (Salute, Corriere)

 
 
 

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