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UNA BEVANDA SCADUTA FA MALE?

  • Immagine del redattore: hodrin
    hodrin
  • 19 apr 2017
  • Tempo di lettura: 1 min

Acqua e bevande non “scadono”.

In particolare per le bevande con un tasso alcolico superiore al 10% non è prevista dalla legge l’indicazione di alcun termine entro cui consumare il prodotto. Sull’etichetta delle bevande con meno del 10% in alcol (la birra per es.) di quelle analcoliche e delle acque minerali è indicato solo il termine minimo di conservazione. Ovvero è presente la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro” una certa data. Tale data rappresenta il termine entro cui il prodotto, in corrette condizioni di conservazione, non altera le proprietà nutrizionali e organolettiche.

Limite valicabile.

Se viene superato non significa che il prodotto diventa nocivo per la salute, ma solo che alcune di queste caratteristiche sensoriali o nutritive non sono più garantite. Al contrario, esiste un limite tassativo di consumo per i prodotti deperibili in cui l’etichetta indica “da consumarsi entro” (es. Il latte fresco, scade: dopo la data riportata in etichetta, per motivi di ordine microbiologico e quindi di sicurezza, non è più consigliabile consumarlo. (Focus)

 
 
 

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