FIATO CORTO: QUALI LE CAUSE? NON SOLO ASMA, ANCHE ANEMIA O CUORE
- hodrin
- 5 ott 2017
- Tempo di lettura: 2 min
La mancanza di fiato deve essere valutata anche pensando a un’origine psicologica. Fondamentale la descrizione dei sintomi al medico che valuta se approfondire

A tutti può capitare di avere il fiato corto dopo un intenso sforzo, ma la sensazione di difficoltà a respirare, in termini medici dispnea, può anche essere la spia di numerose malattie, a partire dall’asma per arrivare all’anemia. «È un sintomo che può creare angoscia, dando il via a un circolo vizioso, in cui all’eventuale malattia organica si può aggiungere una componente psicologica - spiega Sergio Harari, dir. dell’Osp. San Giuseppe di Milano. Ecco perché per valutare al meglio la difficoltà respiratoria occorre anche inquadrare il profilo psicologico della persona, a maggior ragione se è presente una disparità tra la situazione clinica e la gravità della mancanza di fiato. Non di rado la dispnea può, infatti, essere ricondotta a fenomeni di ansia o depressione».
Che cosa significa DISPNEA?
«Una difficoltà respiratoria soggettiva che comporta uno sforzo maggiore per respirare. Si tratta di un sintomo avvertito solo dal paziente, che può prescindere, in alcuni casi, da qualsiasi difficoltà respiratoria obiettiva. Può manifestarsi a riposo o essere associata all’esercizio fisico ed essere acuta o cronica». Quali le possibili cause? «Qualunque malattia cardiopolmonare acuta o cronica può presentarsi con difficoltà respiratoria. Le cause polmonari più spesso sono l’ostruzione bronchiale legata a un attacco di asma, il pneumotorace, le polmoniti e la più grave embolia polmonare. In gran parte dei casi la dispnea cronica è conseguenza di malattie respiratorie croniche come broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), enfisema polmonare, l’asma, fibrosi o altre malattie interstiziali, le malattie della pleura e anche l’ipertensione polmonare, una malattia dei vasi polmonari. Anche problematiche cardiovascolari, come angina, infarto e scompenso cardiaco, possono essere accompagnate da dispnea. Sebbene con minore frequenza, la mancanza di fiato può, essere spia di malattie come anemia, neuromiopatie (per es. miastenia e Sla), ipertiroidismo, panico e obesità». Come si fa a scoprirne l’origine? «Bisogna prestare attenzione a come il paziente la descrive. Espressioni come “mi manca il respiro”, “mi sento soffocare”, “non posso respirare profondamente” o “il mio respiro è diventato pesante” possono essere di aiuto per indirizzare la diagnosi. Il respiro pesante, per es., richiama un senso di costrizione toracica che può far pensare all’asma. Inoltre è importante capire se e quanto l’eventuale componente ansia influenza la mancanza di fiato. Anche la presenza di altri sintomi, come dolore al torace, palpitazioni, febbre, stanchezza, può fornire informazioni preziose.
ESAMI: una volta visitato il paziente si passa a eventuali esami mirati. Tra questi: esami del sangue (per capire se ci sono anemia o ipertiroidismo); spirometria (per diagnosticare asma, Bpco e altre malattie respiratorie); lastra del torace (documentare una polmonite); elettrocardiogramma e l’ecocardiogramma (se si sospettano problemi cardiovascolari).
(Corriere)
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