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INFLUENZA, i casi sono 1,4 milioni e aumenteranno fino a metà gennaio

  • Immagine del redattore: hodrin
    hodrin
  • 4 gen 2018
  • Tempo di lettura: 2 min

Numeri sovrapponibili a quelli dell’anno scorso. La fascia pediatrica è quella più colpita. C’è ancora tempo per le vaccinazioni che sono efficaci entro dieci giorni

Continua ad aumentare il numero di italiani a letto per l’influenza. Complessivamente, dall’inizio della stagione, sono 1,4 milioni i casi stimati. I bambini rimangono i più colpiti e le fasce d’età più bersagliate sono quella sotto i 5 anni (incidenza di 18,9 casi per mille assistiti) e quella tra i 5 e 14 anni, con 12,6 casi. Più contenuti i valori nelle fasce adulte: 5,43 casi per mille nella fascia 15-64 anni e 2,78 casi dai 65 anni in su. Nella settimana tra il 18 e 24 dicembre i casi sono stati 387mila, con un’incidenza di 6,39 casi per mille assistiti (il valore soglia che determina l’inizio del periodo epidemico è di 2,57 casi per mille ed è stato toccato tre settimane fa, all’inizio di dicembre). I dati arrivano dall’ultimo bollettino Influnet dell’Istituto Superiore di Sanità, secondo cui l’andamento di questa epidemia influenzale è paragonabile a quello della stagione 2016-2017.

Virus A e B Secondo il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc), stanno circolando i virus A/H3N2 e B/Yamagata, già presenti nella passata stagione influenzale. Ciò significa che una buona parte della popolazione dovrebbe essere protetta e che il vaccino dovrebbe offrire una buona copertura. Tuttavia non è ancora possibile fare previsioni sull’intensità o sul picco dell’epidemia influenzale in Europa, né si può escludere la comparsa di varianti del virus, che possono avere conseguenze pericolose per gli anziani. A predominare è il virus di tipo B (61%) su quello di tipo A (39%).

Verso il picco

A fine dicembre l’influenza è entrata nella sua fase ascendente, con un brusco aumento del numero di casi. «Nelle scorse settimane abbiamo avuto episodi legati più che altro a sindromi simil-influenzali - spiega il virologo Fabrizio Pregliasco -. Ma adesso possiamo dire di essere nella fase epidemica». «Nell’arco di due o tre settimane al massimo dovremmo raggiungere il picco».

L’esordio a metà novembre

La stagione influenzale 2017/2018 è ufficialmente iniziata a metà novembre con il primo isolamento del virus a Palermo segnalato dalla Società italiana di Medicina generale (virus A/H3N2). Pochi giorni dopo un’altra segnalazione, dall’ospedale San Matteo di Pavia dove i virologi hanno isolato in un bambino di 4 anni il virus H1N1. Sta girando però un altro tipo di virus del ceppo di tipo B, che insieme al tipo A è il principale responsabile della sintomatologia influenzale classica. «Dai segnali finora raccolti - non sembrano essere virus particolarmente severi». L’influenza vera e propria colpisce soprattutto le vie aeree e provoca tosse, raffreddore e febbre. Inoltre è caratterizzata da uno sbalzo termico repentino con febbre sopra i 38 gradi, dolori articolari o muscolari, o almeno un sintomo respiratorio.

L’IMPORTANZA DELLE VACCINAZIONI

«Sebbene ci troviamo al limite del periodo utile, la vaccinazione antinfluenzale si può ancora fare - raccomanda Fabrizio Pregliasco -. Fa effetto entro dieci giorni, per cui è sempre consigliata soprattutto per le categorie fragili come gli anziani».

(Salute, Corriere)

 
 
 

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