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Cervello, cosa succede quando non si dorme a sufficienza?

  • Immagine del redattore: hodrin
    hodrin
  • 8 mar 2018
  • Tempo di lettura: 2 min

Per il benessere generale il sonno è uno degli ingredienti necessari.

Chi non riesce a dormire in maniera adeguata può andare incontro a un MAGGIOR RISCHIO DI PATOLOGIE CRONICHE, del METABOLISMO e CARDIOVASCOLARI, ma non solo. Anche il cervello ne risente. Paradossalmente dormire poco “addormenterebbe” i neuroni. Le cellule cerebrali diventerebbero infatti meno reattive, le facoltà mentali rallentate e le prestazioni cognitive poco efficienti. «La privazione di sonno va ad alterare le funzioni cognitive, prima di tutto la concentrazione e la memoria a breve termine», aggiunge la dottoressa Lara Fratticci, neurologa di Humanitas.

LA RICERCA

Nello studio pubblicato su Nature Medicine i ricercatori hanno coinvolto dodici pazienti affetti da epilessia ai quali erano stati impiantati degli elettrodi allo scopo di localizzare l’origine delle loro crisi. Dal momento che la mancanza di sonno può causare degli attacchi, questi pazienti rimanevano svegli tutta la notte in attesa dell’insorgenza della crisi epilettica e ridurre la loro permanenza in ospedale.

NEURONI “ASSOPITI”

Nel corso della ricerca si è visto come la privazione del sonno interferisse con l’abilità delle cellule neuronali a comunicare tra di loro in maniera efficace. Il risultato? Temporanea riduzione delle facoltà mentali, cali di concentrazione, distrazione, a detrimento della percezione visiva e della memoria. I neuroni – hanno visto i ricercatori – lavoravano più lentamente, si attivavano più debolmente e il processo di trasmissione tra di loro impiegava molto più tempo per realizzarsi. La privazione di sonno interferiva dunque con l’abilità dei neuroni di codificare le informazioni e di trasformare gli input visivi in pensiero cosciente. È un po’ quello che succede a un automobilista che ha dormito poco quando si trova davanti a sé un pedone. Il suo cervello fa fatica a elaborare l’informazione che arriva dagli occhi, impiega più tempo del normale per realizzare cosa si trova nel suo campo visivo. I ricercatori hanno anche visto che nelle regioni cerebrali selezionate le cellule erano assopite portando così a cali nelle facoltà mentali, mentre il resto del cervello era sveglio e in attività. In altre parole si reagisce diversamente agli stimoli: «Diverse ricerche hanno indicato come, a fronte della carenza di sonno, la funzionalità cerebrale resta normale per un certo lasso di tempo prima di venire compromessa.

POCA MEMORIA ED EMOZIONI FUORI CONTROLLO

Tra le aree del cervello in cui sono più evidenti gli effetti della privazione del sonno c’è la corteccia prefrontale: «Quest’area cerebrale sovrintende al ciclo sonno/veglia, ai processi correlati con il sonno. Questo non fa altro che assicurare il corretto metabolismo cerebrale e quindi favorisce l’efficienza della corteccia prefrontale». Ecco perché è fondamentale dormire: «Il sonno serve a promuovere lo sviluppo cerebrale, la plasticità neuronale e l’apprendimento. Ne risente il processo di memorizzazione, a breve ma anche a lungo termine, la capacità decisionale e il ragionamento». Gli effetti delle notti in bianco coinvolgono anche il sistema ormonale, «con l’aumento del livello di ormoni dello stress, un ulteriore fattore negativo che si ripercuote sull’umore e sull’efficienza delle prestazioni individuali. La capacità di concentrazione e di pensiero si riduce». (Salute, Humanitas).

 
 
 

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