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ALOPECIA, MA LO STRESS NON C’ENTRA

  • Immagine del redattore: hodrin
    hodrin
  • 3 lug 2018
  • Tempo di lettura: 3 min

Molte volte può esserci una predisposizione genetica dietro la perdita dei capelli.

Qualunque siano le cause, la malattia può avere un decorso fulmineo e progressivo «Come uno tsunami in testa». È una immagine forte, ma è cosi che ci si può sentire se si inizia a perdere i capelli. E può succedere se si è colpiti da alopecia areata. «Questa malattia – spiega Enrico Rizza, coordinatore scientifico dell’Associazione nazionale alopecia areata - colpisce il 2% circa della popolazione, a tutte le età e spesso inizia in età infantile. In base all’estensione, l’alopecia può essere a chiazze (se la perdita dei peli si presenta in alcune zone), totale (quando la perdita de capelli si manifesta in tutto il cui capelluto) o universale (se il soggetto è totalmente privo di capelli e peli del corpo). La predisposizione genetica e la patogenesi autoimmune sono le cause più accreditate nella “caccia al colpevole” che determina la caduta dei peli». Spesso c’è un meccanismo patogenetico comune fra diverse malattie autoimmuni e non associate all’alopecia: patologia tiroidea, dermatite atopica, celiachia e vitiligine. Accade che «il nostro organismo non riconosce più il nostro apparato pilifero, per cui produce anticorpi contro il follicolo bloccandone l’attività. Tuttavia, anche nella forme più gravi, i follicoli rimangono vitali e a volte la ricrescita può avvenire senza alcun trattamento». Si parla molto di stress come causa ma, probabilmente, lo stress sopraggiunge quando il soggetto inizia a perdere i capelli in modo progressivo. Qualunque siano le cause, la malattia può avere un decorso fulmineo e progressivo. Con grande angoscia di chi ne è colpito, la massiva caduta dei capelli e dei peli può avvenire in pochi giorni, con un’evoluzione «capricciosa» che alterna ricrescita e ricaduta. Rizza spiega che dal punto di vista terapeutico, non conoscendo ancora esattamente l’eziopatogenesi, non esiste la terapia. Ma vari approcci terapeutici sì: corticosteroidi, antralina, acido squarico e difenciprone. «Recenti studi fisiopatologici – dice - hanno portato alla scoperta di un nuovo approccio terapeutico: gli inibitori delle Jak (Ruxolitinib e Tofacitinib), per via sistemica. Scenari affrontati in occasione del recente convegno Anaa.

Trattandosi di una malattia che riguarda un’alterazione del sistema immunitario, gli specialisti sottolineano da tempo l’importanza di considerare la possibilità di poterla inserire tra le malattie che hanno diritto all’esenzione dal ticket (si pensi ad esempio alla celiachia, alla psoriasi, al diabete e così via). Procedere in questo senso sarebbe d’aiuto per poter accedere ad eventuali terapie che attualmente si stanno sperimentando. «La perdita dei capelli non è una malattia pericolosa per la vita, ma può essere drammatica dal punto di vista psichico, poiché l’improvvisa perdita dei capelli determina una situazione di fragilità interiore, non solo per il soggetto colpito ma anche per i familiari». Da qui la necessità di costituire l’Associazione nazionale alopecia areata. Nata dall’incontro di tre coppie di genitori, che improvvisamente si sono trovati ad affrontare le difficoltà delle proprie figlie affette da alopecia. Obiettivo dell’associazione: sostenere e supportare i pazienti, ma anche diffondere la conoscenza dei vari problemi che chi ne soffre è costretto a vivere. «È cruciale – conclude Rizza - informare i familiari e le persone interessate su tutto ciò che riguarda la patologia, in particolare lo stato della ricerca e lo sviluppo di nuove terapie. Occorre promuovere e diffondere iniziative per risolvere alcune difficoltà di ordine sanitario, sociale e legale. È importante sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi legati ai rapporti sociali delle persone con alopecia areata e sostenere la ricerca scientifica, raccogliendo fondi attraverso iniziative, incontri e convegni». Solo in questo modo sarà possibile mettere alle corde questo temibile nemico. (Salute, Corriere del Mezzogiorno)

 
 
 

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