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Come usare bene l’ARIA CONDIZIONATA ed EVITARE MAL DI GOLA (o peggio)

  • Immagine del redattore: hodrin
    hodrin
  • 5 lug 2018
  • Tempo di lettura: 5 min

Gli sbalzi di temperatura (passando da esterni torridi a interni gelati) possono mettere a dura prova le vie respiratorie, specie se hanno già qualche problema: l’unica soluzione è usare i condizionatori in modo corretto, innanzitutto senza esagerare

IL RISCHIO MAGGIORE

Fino a qualche tempo fa erano gli americani i fanatici dell’aria condizionata, quelli che in uffici e negozi sparavano getti d’aria ghiacciata incuranti delle temperature torride all’esterno. Ora però la tendenza è arrivata anche da questa parte dell’oceano: basta entrare in un centro commerciale per congelarsi quasi all’istante. Il sospetto che tutto ciò non sia salutare c’è da tempo, ora una ricerca pubblicata su Clinical and Translational Allergy elenca punto per punto i motivi per cui l’apparato respiratorio è messo a rischio dall’uso eccessivo e scorretto dell’aria condizionata. «Il problema maggiore è il passaggio immediato, senza gradualità, da un ambiente con aria calda a uno molto raffreddato: la diminuzione improvvisa della temperatura, senza possibilità di adattamento, stimola l’irritazione e l’infiammazione delle vie aeree, favorendo pure le infezioni spiega D’Amato. Anche sbalzi di temperatura di due o tre gradi sono deleteri, ma quando il divario supera i cinque gradi il rischio di conseguenze negative è alto».

Che cosa succede arrivando al freddo

Che cosa succede nelle vie respiratorie quando dal caldo della strada entriamo in un locale freddo? Innanzitutto le ciglia sulle cellule che tappezzano le vie aeree e aiutano a espellere micropolveri o germi si bloccano, i vasi sanguigni locali si restringono e così scarseggia l’apporto di nutrienti e ossigeno alle mucose e al sistema linfatico locale; la frequenza respiratoria aumenta, contribuendo a raffreddare rapidamente trachea e bronchi e comportando pure un’evaporazione più marcata e veloce del sottile strato di fluido che ricopre le vie aeree per proteggerle. La conseguenza è che si «seccano» di più e quindi si irritano, con incremento dell’infiammazione locale e contemporaneo calo delle difese: «Al freddo infatti diminuisce o addirittura si blocca l’attività dei macrofagi (cellule del sistema immunitario che si trovano nelle mucose: sono gli “spazzini” dell’organismo e una prima difesa nei confronti dei germi, ndr) ed è perciò più probabile contrarre un’infezione».

LA TEMPERATURA «LIMITE»

«La normativa indica di non scendere improvvisamente al di sotto dei 22°C, ma gli studi dimostrano che i danni alle vie aeree si vedono già se la temperatura è inferiore a 24°C: se fuori è molto caldo, passare di punto in bianco in un’auto o un negozio raffreddato a 23-24°C senza aver modo di adattarsi a temperature intermedie è già uno shock per l’apparato respiratorio . La prima regola, quindi, è tenere l’aria condizionata a temperature non inferiori ai 24°C e fare in modo che il passaggio dal caldo al freddo sia sempre graduale». Un esempio? Non programmare l’impianto di casa in modo che sia gelido al nostro arrivo, ma accenderlo quando torniamo perché l’aria si raffreddi in nostra presenza.

PERSONE MAGGIORMENTE SOGGETTE A PROBLEMI

Le bronchiti e le polmoniti estive dipendono spesso dall’uso sconsiderato dell’aria condizionata, a maggior ragione se i filtri non sono adeguatamente puliti e veicolano microrganismi dannosi. L’abitacolo delle auto è un esempio tipico di ambiente che può diventare poco salubre proprio per questo motivo: l’aria condizionata gelida unita a cruscotto e tappetini poco puliti possono irritare non poco le vie aeree. Il rischio c’è per tutti, ma i pazienti che già soffrono di malattie respiratorie hanno una probabilità più alta di andare incontro a guai da aria condizionata: chi ha una rinite e il naso ostruito e congestionato, per es. gli allergici ai pollini, quando la temperatura dell’aria cala tende a iperventilare ancora di più e gli effetti di irritazione e infiammazione si acuiscono. Lo stesso succede in chi soffre d’asma o nei pazienti con broncopneumopatie croniche ostruttive, come enfisema o bronchiti croniche: l’aria fredda stimola i recettori della tosse, induce lo spasmo e la contrazione dei bronchi e può perciò portare a crisi respiratorie anche consistenti». L’aria condizionata, poi, ha effetti più dannosi su chi fuma: la bronco-costrizione da freddo in questi soggetti è più accentuata e il rischio di respirare peggio è concreto, anche perché il fumo si associa ad anomalie delle cellule che tappezzano le vie aeree, che diventano meno capaci di spazzare via tutto ciò che potrebbe irritarle.

LA SCIARPINA D’ESTATE

Altrettanto necessario seguire le regole per la manutenzione degli impianti, pulendo e cambiando i filtri del condizionatore di casa e dell’auto quando previsto. Attenzione poi agli impianti con il ricircolo di aria, usato spesso in centri commerciali e negozi per diminuire i costi del condizionamento: riducendo gli scambi d’aria con l’esterno sale la probabilità di concentrare nell’aria fredda e secca all’interno inquinanti di vario tipo, dai pollini ai composti irritanti, dai virus ai batteri. «Se dobbiamo andare in un centro commerciale che sappiamo sarà gelido, per proteggersi è bene portare con sé un golf o una sciarpa con cui coprire la bocca per poter respirare aria più calda».

NON SOLO BRONCHI, ANCHE DENTI E OCCHI NE RISENTONO

L’aria condizionata non fa male solo ai bronchi. I colpi d’aria possono far contrarre i muscoli in maniera anomala provocando dolori e un maggior rischio di contratture e strappi. Un classico, il torcicollo da aria condizionata quando il getto è diretto proprio su collo e spalle; comune il mal di schiena, da cui ci si può salvare coprendosi in maniera adeguata e non sostando sotto alle bocche dell’impianto. Coprirsi è necessario anche per evitare problemi gastrointestinali. C’è poi il mal di testa da aria condizionata, che di solito passa appena si torna a temperature normali; perfino il mal di denti può peggiorare se l’ambiente è troppo freddo e anche gli occhi ne risentono, perché l’aria gelida e la scarsa umidità che spesso si accompagna alla climatizzazione possono seccare la congiuntiva e contribuire a infiammarla. Una regola che vale sempre per proteggersi? Bere molto: una buona idratazione mantiene più attive e in salute tutte le mucose, ha un effetto positivo sui muscoli e consente di sopportare vasodilatazione e la vasocostrizione.

PRO E CONTRO DI DEUMIDIFICATORE E VENTILATORE

Se il condizionatore non è anche un climatizzatore, quindi non può controllare il livello di umidità, tende a seccare troppo l’aria acuendo i fastidi per le mucose e aumentando la probabilità di disturbi respiratori. Visto che gran parte del malessere da caldo è dovuto all’eccesso di umidità, una soluzione può essere il solo deumidificatore: seccando un po’ l’ambiente, il comfort aumenta e quando la temperatura non è torrida può bastare. Ancora meglio il ventilatore allora? Non è detto, perché smuove l’aria senza influenzare temperatura e umidità: basta, se caldo e umidità non sono eccessivi, altrimenti muovere l’aria non aiuta granché a sentire refrigerio e accelera il processo di disidratazione corporea che può rivelarsi deleterio per anziani o bimbi piccoli. (Salute, Corriere)

 
 
 

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