BOTTIGLIE LASCIATE AL SOLE E PLASTICA RISCALDATA PROVOCANO IL CANCRO?
- hodrin
- 11 lug 2018
- Tempo di lettura: 3 min
È un «tormentone» che a volte ritorna e un messaggio di allerta circola, con insistenza, sui cellulari. Ecco la verità spiegata da un esperto oncologo

Su WhatsApp circola con insistenza questo messaggio: «Il veleno che esce dalla plastica riscaldata è chiamato Antimonio ed è stato denunciato per lungo tempo. Se lasciate la vostra bottiglia di plastica con acqua in macchina durante i giorni caldi e bevete l'acqua dopo che è stata riscaldata, correte il rischio di sviluppare il cancro al seno. I medici spiegano che il calore induce la plastica a emettere un residuo chimico tossico che produce questo tipo di malattia nel seno. Questo elemento è lo stesso trovato nel tessuto mammario con il cancro. Quindi per favore non prendete l'acqua da bottiglie di plastica che sono state riscaldate e passate questo a tutte le donne. Non riscaldate nel forno (forno a microonde), cibo in contenitori di plastica ma in contenitori di ceramica o di vetro che sopportano il calore. Le donne devono essere informate per evitare il problema. Non tenete queste informazioni per voi ma condividete!». Negli ultimi anni, il problema del presunto pericolo per la salute rappresentato dall’acqua contenuta in bottiglie di plastica è stato spesso portato all’attenzione del grande pubblico, specie tramite i social media. Cosa c’è di vero? «Un allarme non solo italiano - precisa Massimo Di Maio, direttore dell’Oncologia all’Ospedale Mauriziano di Torino -: qualche mese fa, uno studio pubblicato sulla rivista scientifica European Journal of Cancer ha evidenziato che il 15% degli inglesi intervistati si è detto convinto che ci sia un’associazione tra l’abitudine di bere acqua da bottiglie di plastica e il cancro. In realtà, non c’è alcuna dimostrazione scientifica di questo rischio: anche negli esperimenti più “estremi”, in cui le bottiglie sono state riscaldate per molte ore, la quantità di sostanze rilasciate nell’acqua è risultata di gran lunga inferiore ai limiti ritenuti sicuri per la salute». Da dove può avere origine, allora, questa «bufala»? «Il presunto rischio di tumore al seno nasce dal fatto che alcune delle sostanze contenute nelle bottiglie di plastica che vengono “rilasciate” dopo intenso riscaldamento sono considerate in grado di modificare i livelli e l’attività degli ormoni nel corpo, ma - anche in questo caso - le quantità ragionevolmente presenti nell’acqua sono molto più basse di quelle potenzialmente pericolose. Ovviamente, per ridurre ancora di più un rischio che appare già trascurabile, conviene rispettare il consiglio di non lasciare le bottiglie troppo tempo al sole. Una ragionevole prudenza». E per quanto riguarda il pericolo di riscaldare nel forno a microonde cibo in contenitori di plastica? «Anche in questo caso, ad oggi non esiste alcuna evidenza scientifica seria di associazione tra il forno a microonde e il rischio di sviluppare tumori - spiega l’esperto -. L’unico rischio concreto per la salute, quando si usa il microonde, è che produce un riscaldamento meno efficace nell’eliminare eventuali batteri, quindi andrebbero cotti in questo tipo di forno solo cibi adeguatamente conservati prima dell’impiego. È poi importante usare solo contenitori che siano esplicitamente approvati per il riscaldamento nel forno a microonde: alcuni tipi di plastica lo sono, ma molti altri no, e il calore può rilasciare sostanze potenzialmente tossiche nel cibo».
COSA PROVOCA CERTAMENTE IL CANCRO AL SENO?
«A differenza del presunto rischio legato all’uso del forno a microonde e alla plastica esposta al sole, ci sono alcuni fattori che, in maniera scientificamente provata, influenzano il rischio di sviluppare un tumore al seno. Ad es., l’obesità (soprattutto dopo la menopausa) e lo scarso esercizio fisico fanno salire le probabilità di ammalarsi, mentre l’alimentazione ricca di frutta, verdura e fibre ha un ruolo protettivo. L’elevato consumo di alcolici e di grassi animali e il basso consumo di fibre vegetali sono stati associati a aumentato rischio di carcinoma mammario. Per una donna il rischio di sviluppare il cancro al seno è maggiore se la madre, la sorella o la figlia ne sono già state colpite, specie se in giovane età (prima dei 40 anni)». (Salute, Corriere)
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