REFLUSSO GASTROESOFAGEO, il LATTE fa Bene o Male?
- hodrin
- 9 ott 2018
- Tempo di lettura: 2 min
Cosa succede se si soffre di reflusso gastroesofageo e si beve latte?

«Molti pensano che il latte, essendo alcalino, dovrebbe “tamponare” l’azione degli acidi gastrici. Il beneficio ci potrà essere, benché temporaneo. Tuttavia se il latte è intero, dunque più ricco di grassi, rallenta lo svuotamento gastrico. In questo modo i succhi gastrici restano nello stomaco più a lungo potendo così risalire facilmente verso l’esofago». A spiegarlo è la dottoressa Beatrice Salvioli, gastroenterologa dell’ospedale Humanitas. Sono gli acidi contenuti nello stomaco che “invadono” l’esofago i responsabili del reflusso gastroesofageo, una condizione che interessa milioni di persone sia temporanea che come patologia cronica: «Le persone che ne soffrono riferiscono fastidio, bruciore, sensazione di rigurgito acido, bruciore al centro del petto. Oltre a questi sintomi tipici ce ne sono di atipici che fanno preoccupare di più chi li accusa poiché spesso vengono confusi con i sintomi di altre patologie, «ad esempio il dolore al petto che viene scambiato per il dolore di un infarto. In altri casi, in presenza di tosse secca e fastidiosa o dolore alle orecchie, ci si rivolge prima all’otorino o al pneumologo che a loro volta inviano i pazienti allo specialista gastroenterologo per confermare la diagnosi di reflusso».
Per prevenire il reflusso bene evitare il sovrappeso
Inevitabilmente il reflusso gastroesofageo ha a che fare con l’alimentazione.
Quali sono i cibi controindicati? «Precisando che ogni caso è storia a sé, in teoria si cerca di limitare il consumo di cibi aciduli, in particolare nei momenti di stress o comunque quando i sintomi si riacutizzano. Più che per il loro “potere” acido – sottolinea la dottoressa Salvioli – il loro consumo è contenuto perché stimolano la produzione di acido: esempi sono il cioccolato, ma anche la menta e il caffè che soprattutto a digiuno stimola un’eccessiva acidità gastrica. Meglio non esagerare con le tazzine nell’arco della giornata. Attenzione al “tamponamento” dell’acidità con pezzi di pane o cracker: sono tutti carboidrati e chi fa di questa azione un’abitudine potrebbe mettere su peso». Ecco, il peso è proprio uno di quei fattori di rischio per il reflusso gastroesofageo. Prevenirlo si può guardando allo stile di vita: «Il sovrappeso è da evitare perché i chili di troppo aumentano la pressione addominale che comprime lo stomaco e fa risalire gli acidi. È inoltre indispensabile non fumare, mantenersi attivi, anche se alcune forme di attività fisica come la corsa possono accentuare il reflusso, e – cosa più difficile – cercare di gestire lo stress».
Per l’alimentazione cosa privilegiare, invece?
«Prodotti con farine raffinate, più digeribili rispetto a quelle integrali, sebbene queste siano ricche di altre virtù; cibi cucinati alla piastra e al vapore, dalla verdura al pesce; l’insalata a foglia piccola (quella a foglia larga è difficilmente digeribile) e pochi condimenti. E poi bere tanta acqua naturale», risponde la specialista.
ACQUA E BICARBONATO CONTRO IL REFLUSSO PRIMA DI ANDARE A LETTO?
«Il beneficio è immediato ma non è una panacea soprattutto se il reflusso diventa cronico. E a proposito di letto – la cosa fondamentale è di far passare almeno due ore dalla cena a quando ci corichiamo. Approfittiamo per fare qualcosa che stimoli la digestione, dal portare il cane a spasso alle pulizie domestiche».
(Salute, Humanitas)
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