Il 42 % dei Medici usa WhatsApp per comunicare con i pazienti
- hodrin
- 27 nov 2018
- Tempo di lettura: 1 min
“Dottore, ritiro gli esami e le mando un WhatsApp”.

La velocità con cui viviamo, l’esigenza di avere informazioni e risposte rapide sta modificando la comunicazione medico e paziente. Lo conferma anche un’indagine, che rileva come il 42% dei medici utilizzi WhatsApp per comunicare con i pazienti. “In realtà non cambia la professione e il suo contenuto – cambia il modo in cui viene esercitata. La tecnologia mette a disposizione nuovi sistemi di organizzazione interna (fascicolo sanitario, firma digitale, elaborazione informatica di informazioni, strumenti di diagnosi che raccolgono dati personali, device di monitoraggio che consentono una comunicazione continua) e nuovi strumenti di relazione con i pazienti, obiettivamente più rapidi e funzionali (mail, WhatsApp, Sms, Internet che già oggi consentono di prenotare visite e esami comodamente da casa). I medici sono sempre più attenti alle nuove tecnologie e sono consapevoli che sarebbe anacronistico non impiegarli anche nella comunicazione con i pazienti. Parallelamente, non va sottovalutata la possibilità di commettere errori in merito alle decisioni cliniche da prendere nei riguardi del paziente che ha inviato il messaggio in un particolare momento della giornata, magari non avendo sottomano la cartella clinica del paziente, e gli eventuali rischi legati a un mancato rispetto della normativa sulla privacy”. “Nel rapporto con i pazienti – interviene l’avvocato Maria Giovanna Savio – l’uso di strumenti informatici non muta il contenuto della prestazione professionale e le responsabilità da essa derivanti, poiché il documento informatico ha pieno valore di legge”. L’altro tema legato all’impiego delle nuove tecnologie è quello della sicurezza. “Negli ultimi anni la cyber-minaccia ha raggiunto, in termini assoluti, livelli di guardia mai sperimentati in passato. (Salute, Oggi)
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