«HO IL COLESTEROLO UN PO’ ALTO, BASTA SEGUIRE LA DIETA O SERVONO LE STATINE?»
- hodrin
- 11 set 2019
- Tempo di lettura: 2 min
La prescrizione non dipende soltanto dal valore di colesterolo nel sangue, bensì dal rischio globale di andare incontro a problemi cardiovascolari di natura aterosclerotica

Pubblichiamo la domanda inviata da un lettore al forum Cardiologia e la risposta data da uno dei nostri esperti, il dottor Pablo Werba, responsabile dell’Unità di Prevenzione dell’aterosclerosi, Centro Cardiologico Monzino IRCCS, Milano.
Domanda: Vi sarei grata se potessi avere risposta al mio dubbio se assumere o meno le statine prescritte dal mio medico di base. Ho 61 anni e il colesterolo a 258, (l’ho sempre avuto un po’ alto anche da ragazza, in genere 220/230). I trigliceridi e gli altri valori sono tutti nella norma. Vorrei tentare di fare più attenzione alla dieta, oltre che assumere degli integratori adatti (tarassaco, carciofo, riso rosso fermentato etc...) per evitare i farmaci, però vorrei sentire un vostro parere. Faccio bene, o secondo voi è opportuno nel mio caso assumere le statine? Ringraziandovi, attendo fiduciosa un vostro cortese e illuminante riscontro. Rita
Risposta: Gentile Rita, dopo aver escluso che il suo colesterolo alto non dipenda da una patologia sottostante (per es., l’ipotiroidismo), la prescrizione di statine, o altri farmaci per ridurre i valori di colesterolo, richiede una valutazione attenta e complessiva del paziente. La decisione infatti non dipende soltanto dal valore di colesterolo nel sangue che ha una persona, bensì da quale sia il suo rischio globale di andare incontro negli anni successivi a problemi cardiovascolari di natura aterosclerotica (come angina pectoris, infarto del miocardio, ictus ischemico). Ci sono condizioni cliniche che determinano un alto rischio (per esempio, aver avuto già dei problemi cardiovascolari di natura aterosclerotica, soffrire insufficienza renale, artrite reumatoide o lupus, ecc.) e giustificano una terapia farmacologica intensiva con statine.
Tabelle di rischio
Se lei non presentasse alcuna di queste alterazioni, è possibile che il suo medico si sia avvalso per stimare il suo rischio cardiovascolare, di strumenti chiamati “tabelle o score di rischio”. Questi strumenti prendono in considerazione, oltre al livello di colesterolo, altri parametri come: età, sesso, l’essere o meno fumatori, la presenza o assenza di diabete, i livelli di pressione arteriosa e di colesterolo HDL (il cosiddetto colesterolo “buono”). Certo, le tabelle sono sempre approssimazioni statistiche, basate su grandi studi di popolazione, ma sono i migliori strumenti finora disponibili per prendere decisioni sulle terapie da utilizzare. Quando le tabelle evidenziano un rischio cardiovascolare elevato bisogna consigliare al paziente, oltre che una dieta adeguata, anche una terapia farmacologica per ridurre il colesterolo, in primis con le statine.
Altre indagini: Quando invece risulta un rischio cardiovascolare basso, le statine non sono indicate e le uniche misure da intraprendere sono le modifiche allo stile di vita (alimentazione, attività fisica). Il medico potrebbe trovare più difficoltà a decidere quando le tabelle segnalano una situazione di rischio “intermedio”: in questo caso, “osservare” le arterie del collo (carotidi) attraverso gli ultrasuoni, oppure eseguire alcune indagini non invasive per valutare la condizione vascolare, può risultare molto utile per avere una stima più precisa del rischio del paziente e dunque agire di conseguenza. Questo inquadramento diagnostico è importante perché può determinare l’indicazione di un farmaco che, per essere efficace nel prevenire problemi cardiovascolari, richiede un utilizzo a lungo termine.
(Corriere)
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